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Sulcis Iglesiente - Sant'Anna Arresi

Incastonate come zirconi nel più prezioso monile, si trovano racchiuse qui le più nobili tipicità del territorio: lunghe distese di profumate pinete autoctone e floride colline che, accarezzate dal vento, diradano dolcemente verso spiagge bianche finissime. Una terra al tempo stesso aspra e generosa, quella di Sant’Anna Arresi, che scalfisce l’indole dei suoi abitanti: fieri e balenti, come gli avi dei nuraghi, ma anche ospitali e autentici verso i visitatori della propria madre terra.

Si trova sul versante sud-occidentale della Sardegna, nella provincia di Carbonia-Iglesias, fra i comuni di Teulada e Masainas: poco più di 2700 abitanti destinati ad aumentare in maniera esponenziale durante la stagione turistica. Deve la prima parte del suo toponimo alla Santa cui la chiesa antica e quella moderna, una accanto all’altra, sono state dedicate; “Arresi” che in sardo antico significa “volpe”, è anche il nome del nuraghe a tancato – una torre a nord, una a sud e cortile al centro – che impavido resiste al tempo scortato dai due edifici religiosi nella suggestiva Piazza del Nuraghe, teatro di manifestazioni culturali e di spettacolo di rilevanza mondiale.

Testimonia la presenza dell’uomo fin dall’antichità, assieme a un altro nuraghe più complesso, denominato Coi Casu, pochi chilometri oltre il centro abitato. Ancora, la Fonte nuragica, le tombe dei giganti, Nuraghe Sarri e numerosi altri monoliti sparsi nel territorio comunale. Tutte testimonianze che affermano la presenza dell’uomo fin dall’età del Bronzo, rafforzate dal ritrovamento di tracce fenicie, puniche e romane.

L’attuale area urbana restò tuttavia disabitata per diversi secoli fino a quando il cessato pericolo di invasioni barbariche convinse i pastori della zona a ripopolare il colle. Edificarono la chiesetta di Sant’Anna agli inizi del 1800 e, attorno ad essa, le proprie abitazioni.

L’indiscutibile fascino di San’Anna Arresi risiede però, soprattutto, nel suo territorio extraurbano. I monti, sebbene di modesta altitudine, dominano la vista sul versante est del comune sulcitano: Nuraghe Giara, Punta Acuzza, Monte Su Larenzu e Monte S’Ira scrutano dall’alto gli esigui torrenti, Rio Gutturu Saidu, Rio Perdaiola e Rio Fonnesu che sfociano nel sottostante sistema di stagni.

Foxi, Is Brebeis, Maestrale, i tre siti d’acqua interna, possiedono una superficie così estesa da conferire a Sant’Anna Arresi il terzo posto per zone umide in Sardegna, dopo lo stagno di Cabras e quello cagliaritano di Molentargius. Impiego principale, fin dal Medioevo, fu l’estrazione del sale, mutato col tempo in itticoltura. Barriere naturali di giunco e salicornia emergono qua e là in superficie lasciandosi cullare dalla leggera brezza salmastra: a fare capolino, fra le acque di queste lagune, sono straordinarie specie di avifauna, come il fenicottero rosa, l’avocetta, la garzetta, l’airone cenerino, lo svasso maggiore, il cormorano, diversi limicoli, il porciglione e il rarissimo gufo della palude. Tutto, intorno, si avvolge in un etereo silenzio, rotto appena dallo scrosciare, incessante, delle onde: collegato agli stagni da un canale per l’approdo e l’ormeggio delle barche, sbuffa e si ritrae il mare di Porto Pino, prima scalo marittimo di fenici e punici, e poi centro mercantile in epoca romana. Oggi, invece, è una frazione di Sant’Anna Arresi abitata tutto l’anno e una delle località turistiche più apprezzate della costa sud-occidentale sarda.

Vanta un incantevole tratto di mare lungo 4 chilometri: da un lato, delimitata dal canale e da un vecchio molo, è la cosiddetta “prima spiaggia”: 600 metri circa di sabbia finissima e compatta, uno specchio d’acqua di rara trasparenza e attrezzati servizi per il relax e lo sport dei bagnanti, conferiscono a tale tratto il primato in presenza di turisti; una spiaggia di sabbia soffice e bianchissima, talvolta impreziosita da riflessi rossastri per il corallo sulla battigia, battuta dai venti e selvaggia, risponde al nome di “seconda spiaggia”. Di rara bellezza si presentano, inoltre, alte dune di sabbia dall’incantevole suggestione.

Sulla cima, una fitta macchia di ginepro coccolone ne colora armoniosamente i contorni, assieme all’eringio marino, l’euforbia e lo sparto. Di indiscussa suggestione appare la vista del litorale al tramonto, quando le ultime scintille di luce accendono di rosso i secchi rami dei ginepri forgiati dal vento e levigati dalla sabbia. Poco a destra delle spiagge è tuttora visitabile la batteria antinave intitolata all’ammiraglio “Candiani” usata nella seconda guerra mondiale, che dà il nome alla zona: si tratta di un sistema di bunker sotterranei, trincee e piazzole di tiro che un tempo ospitavano cinque pezzi di grosso calibro. Retrostante al litorale, invece, si adagia l’ampio promontorio di Porto Pino – Candiani: note di pino d’Aleppo, unico in tutto il Mediterraneo, magistralmente accostate a quelle di quercia spinose, cisto e rosmarino compongono una sinfonia di profumi aggressiva e seducente, pregnante di tutte le emozioni che la pineta suggerisce.

La folta striscia di arbusti prosegue con Porto Pineto, altra località turistica di Sant’Anna Arresi, che dirada anch’essa su incantevoli calette di sabbia bianca e rocce basse.

Alture verdi e azzurro mare: connubio perfetto che racchiude in sé la storia di questi paesaggi, la cultura e le tradizioni. Come quella vitivinicola, che su queste valli a ridosso delle scogliere, riparate dal maestrale, trova la sua più fulgida locazione. Dalla costa alla pineta fino ai pendii che lambiscono monte S’Arri, la terra brulica di vigneti ordinatamente posti a cordone speronato o ad alberello a seconda delle diverse condizioni ed esposizioni del terreno: il famoso Carignano del Sulcis e il pregiato Vermentino di Sant’Anna Arresi risiedono qui.

Quest’ultimo, in particolare, è l’Opale, prodotto dalla Cantina MESA, immersa nella macchia mediterranea di Porto Pino, e insignito di denominazione di origine controllata per le sue pregiate qualità organolettiche. E’ un Vino prodotto da uve Vermentino in purezza, gran parte delle quali viene affinata in acciaio, mentre il resto subisce una macerazione sulle bucce e un affinamento in barrique. Ha un colore molto limpido, paglierino con sfumature verde tiglio. Al naso si percepiscono nuance di pepe bianco, mentre al palato si presenta corposo, opulento, con un finale gradevolmente sapido.

Assieme alla Corsica, alla provincia di La Spezia, a quella di Livorno al Comune di Castagneto Carducci e al Comune di Castelnuovo Magra (Capofila del progetto) fa parte dell’ambizioso progetto VER.TOUR.MER, (Salvaguardia e Valorizzazione del Territorio/Terroir del Vermentino) del P.O. Italia Francia Marittimo finanziato dalla comunità Europea. Obiettivo di Ver.tour.mer è di valorizzare il vino Vermentino e il relativo territorio, anche attraverso convegni, dibattiti e mostre, nell'ottica della promozione enogastronomica delle terre dove il vitigno è storicamente presente.

Della degustazione del buon vino locale, e di ottimi prodotti ittici, si può godere anche nelle caratteristiche sagre che, specie nei mesi estivi, allietano le serate di abitanti e vacanzieri

Altra attrattiva turistica del territorio, questa volta nella centralissima Piazza del Nuraghe, ma soprattutto momento artistico di portata internazionale, è il festival“Ai Confini tra Sardegna e Jazz”, tra agosto e settembre, frequentato dai più grandi musicisti della scena mondiale.

La festa principale, però, quella più sentita dagli arresini, si celebra a ridosso dell’ultima domenica di luglio, attraverso una tradizionale processione in cui la statua è accompagnata dai gruppi folkloristici provenienti dai paesi vicini: è intitolata a Sant’Anna, la santa patrona del paese. Quella più venerata: la santa da cui l’intera storia del suo centro abitato partì.

Area di appartenenza: 

Vertourmer 2.0

La seconda edizione del progetto di cooperazione territoriale transfrontaliera Ver.Tour.Mer, finanziato dal P.O. Italia -Francia Marittimo 2007-2013 della Comunita Europea, si caratterizza per la forte componente di innovazione tecnologica, volta ad allargare lórizzonte del marketing territoriale attraverso lútilizzo di tecnologie informatiche innovative che valorizzino la produzione delle eccellenze dei territori, non solo vitivinicole ma anche eno-gastronomiche.

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